Buon Primo Maggio SPO
«Costruire un’economia diversa non solo è possibile, ma è l’unica via che abbiamo per salvarci e per essere all’altezza del nostro compito nel mondo»: scrivono i vescovi italiani nel loro Messaggio in occasione del 1° maggio. Le forme di esclusione sociale rivelano alla radice una mancanza di fraternità. Il problema è etico.
Nessun «elicottero di denaro» versato sui nostri conti correnti e nessuna iniezione di liquidità nelle casse delle imprese possono essere risolutivi senza un rinnovamento dei rapporti sociali. C’è bisogno di inclusione. Di riabbracciare le situazioni più dimenticate e più fragili. Serve il coraggio di aprire nuovi spazi che consentano forme di ospitalità e di solidarietà reciproca. Il messaggio che dovrebbe arrivare alla pelle di ogni persona è che c’è posto per tutti.
Nessuno deve perdere il lavoro, che è innanzi tutto uno dei luoghi che rivelano la dignità umana e non rappresenta mai semplicemente una fonte di guadagno. Si può giustamente invocare un nuovo patto sociale. Per fare questo non occorre limitarsi a guardare i problemi solo da un punto di vista tecnico.
Lo sguardo dovrebbe andare alle relazioni sociali, alla capacità di tenere insieme un tessuto relazionale che è patrimonio indispensabile per uscire da qualsiasi crisi. È la tenuta morale di un Paese che costituisce la condizione di possibilità per una buona economia, per una seria ecologia e per una virtuosa vita sociale. Su questo fronte anche noi vogliamo lavorarci.
Servono costruttori di legami a tutti i livelli, politico, economico, sociale
Un nuovo patto sociale chiede scelte condivise.
Riusciremo a percorrerle insieme? Avremo il coraggio di regalarci stili di vita e tempi più umani? Saremo capaci di vera solidarietà che guarda ai precari, ai disoccupati, ai giovani e agli ultimi come i primi destinatari di una nuova attenzione?
Custodiremo la nostra fragilità abbandonando quel senso di onnipotenza che talora ci sovrasta e ci schiaccia?
Le domande restano, ma intuiamo che questo è il livello. Si può ripartire se c’è un nuovo progetto di cura per la vita sociale e per la casa comune.
Torniamo a respirare aria di cittadinanza attiva in presenza di una comunità solidale e di una rinnovata responsabilità ecologica.
Padre Antonio Lucente
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